Storie Sovraesposte

PAOLA. TANTI SORRISI

Paola. Tanti sorrisi.

Paola sorride sempre, in ogni momento, ad ogni frase e non c’è un motivo o uno scopo ma il semplice sottolineare di ogni parola. Quando conosci Paola ti rendi conto che ti osserva come se si aspettasse qualcosa, come se fosse pronta ad ascoltarti. Stilista di professione e sarta per lavoro, il suo laboratorio è pieno di colori, abiti da sistemare e creazioni pronte per essere indossate.Paola si mostra disponibile a raccontarsi; l’ alopecia areata non la frena, non la intimorisce e per chi la osserva per osservarne le particolaritá il pensiero e lo sguardo cade, inevitabilmente, sul suo viso tutto tondo. Un viso disegnato, un trucco sobrio e mai esagerato. Alle prime domande che le vengono poste, Paola sorride.Con occhi grandi ed espressivi racconta aneddoti che hanno segnato la sua vita, trasmettendo imbarazzo, intimitá e riservatezza

 Paola, quando hai iniziato a perdere i capelli?

Mi sorride, guarda la finestra, si tocca la testa e racconta:una notte di Capodanno con gli amici eravamo in un luogo dimenticato dal mondo tra il Molise e la Campania, dopo aver festeggiato, vado a letto stanca e felice per quella serata. Al risveglio, mi guardo e ho i capelli corti.

Con occhi grandi ed espressivi racconta aneddoti che hanno segnato la sua vita, trasmettendo imbarazzo, intimità e riservatezza.

Esplode in un sorriso e con il gesto delle mani come per indicare il volume e la quantità di una folta chioma continua: avevo tanti capelli ricci, tantissimi e al mattino mi ritrovo con i capelli a caschetto, dietro la nuca ero liscia e non avevo più un capello.

Copri sempre il capo?

Prima sì, ora no. Avevo scelto un modello di parrucca con i capelli lisci con una grande frangia. La gente , notando il mio nuovo taglio mi chiedeva chi fosse il mio parrucchiere !!!!
Ora non uso più protesi. Sono libera di scoprirmi, indossare la parrucca era per me come avere una maschera e nascondere ciò che si è veramente. Non è piacevole. Al mare sono scalza , abbronzata con la testolina al sole senza inibizione e senza vergogna.
Pi ad un tratto forse per pensare chissà cosa si siede sulla sua postazione, accende la macchina per cucire ed inizia a lavorare.

Ad un certo punto, si siede di fronte un macchina da cucire e mi dice: devo assolutamente consegnare questo lavoro e non posso perdere altro tempo, solo 10 minuti ed il gioco è fatto.Nell’ attesa osservo come il rumore assordante dell’ ago che ripetutamente si infila nella stoffa possa renderla così serena e così a suo agio.

Lei ha accettato il gioco e tu devi accettare il suo.

Ma io insisto.
Voglio capirci di più, voglio trovare la fonte della sua energia, noti che non ha riserve è diretta,sempre pronta.
Sicuramente sta pensando a qualcosa.
Quando la osservo in silenzio, coperto dal frastuono della sua attrezzatura noto che lei è troppo concentrata, immersa nel suo lavoro, e mi rendo conto che con buona probabilità il nostro incontro forse è finito.

Nell’attesa mi guardo intorno notando bozze di modelli, spezzoni di tessuto, forbici apparentemente uguali ma di diverse misure e forma, abiti da riparare e da modificare come creare un alchimia di moda. Su tutti noto la presenza di tulle bianco appeso vicino ad una finestra quasi a voler addolcire la luce che timidamente entra da un cielo grigio.

E qui noti che lascia il pedale del meccanismo della sua fidata macchina da cucire e ti chiama:

 “Voglio farti vedere una cosa che faccio spesso.  E’ un gesto che mi ricorda quanto sono forte e nel contempo fragile. Mi aiuta tanto e mi da forza di accettare la mia malattia”. Tira un sospiro quasi a voler trovare le parole giuste e continua: “Sai…avere l’ alopecia areata per una donna è, come per gli uomini,  un dramma sopratutto psicologico. E’ vero si che non altera il tuo stato generale di salute ma agli occhi degli altri ti rende diverso e non ti accettano facilmente. Per superare i pregiudizi devi lavorare il doppio.Però  se ci rifletti un attimo ti rendi conto che quello che ti tormenta  ti accomuna a chi come te ha bisogno di tanta comprensione e affetto.” Mi chiedo a cosa si riferisca e allora Paola mi parla di Tiziana, una sua amica. Mi dice che si vedono e passano un pò di tempo insieme. Mi mostra alcune foto e noto che anche Tiziana ha l’ alopecia areata. Appaiono affiatate e con molto  in comune. Mi dice che si sentono libere e forti tanto da sentirsi come delle sorelle. Durante la conversazione noto che si prepara a fare qualcosa.  Come se stesse compiendo un rito preparatorio. Mi dice che ora farà qualcosa  che per gli uomini è un gesto quotidiano, normale ma che non lo è per lei in quanto donna.

Si guarda allo specchio. Non si accetta, è evidente ma si rispetta e riflette sul da farsi. Io la seguo con lo sguardo.

Specchio.
Schiuma pronta.
Rasoio.
Camicia bianca.

Quattro cose che descrivono un gesto che forse ti aspetti ma che difficilmente avresti mai visto fare.
Paola si muove naturalmente. Noti la dimestichezza nel maneggiare gli arnesi con i quali ha preso confidenza. Compie un gesto notoriamente mascolino ma incredibilmente delicato. Qui capisci che Paola ha un carattere determinato e che vuole farmi vedere con quanta naturalezza supera gli stereotipi ed i pregiudizi che quotidianamente affronta.

Lo specchio è grande e quadrato e non è difficile osservare Paola e  la sua piccola testa tonda piena di schiuma.

Qui si misura la sua forza. E’ quasi tangibile. Concentrata a non farsi male sfida l’ alopecia per annullarla. Ogni gesto fatto, misurato con estrema naturalezza la porta a liberarsi. Si accetta e vuole farsi accettare senza imposizione ma solo con il desiderio di non chiedere nulla in cambio.Finito, si percepisce in lei un senso di liberazione e i sorrisi partono numerosi  e bellissimi. Ma Paola trasmette energia e mostra qualcosa. Ci mostra come abbattere i pregiudizi. Non con la rabbia e il risentimento ma con i sorrisi. Tonnellate di sorrisi conditi da grandi risate e un pizzico di umiltà. Ma poi Paola dopo i sorrisi si nasconde improvvisamente dietro il  tulle bianco. Le dico che il tulle è trasparente. Non mi risponde. Allora le chiedo subito: “Paola perché ti vuoi nascondere? eppure hai condiviso con me gesti forti e decisi, cosa c’è che non va?”

Pensa guardando altrove, lontano.
Vuole dirti qualcosa ma non lo fa.
E così come in un tripudio di colori, gesti e pensieri lascio che sia lei a trasmettermi fascino e forza. Senza altri discorsi o parole.
I suoi abiti , combinazione perfetta di stile e colori, trasmettono il suo carattere, il suo fascino ed i suoi desideri. Mostrano i mille colori che la vita può avere se solo cambiamo prospettiva.

 

 

 

 

4 Commenti

  1. Paola

    Mi sono commossa…

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  2. Lucy

    …. è un’amica splendida….UNICA ❤️….

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  3. caterina

    intervista delicata,bellissima e a tratti commovente.
    Bravo Pietro, brava Paola.
    Buona vita!!!
    Caterina

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  4. Tina

    Meravigliosa Paola❤

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